Wednesday, October 31, 2007

Ice and fire


Freddo... ghiaccio... gelo...
Cuore in letargo.

Irrompe il Fuoco.
Implode l'anima.



Torna a vibrare
Amor e rinasce
la Vita.


 

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Tuesday, October 30, 2007

Amore in toga



Lungo il viale, ingentilito da macchie di colore dei primi fiori, una figura femminile avanzava lentamente. Il profumo dei fiori si spandeva in quell'aria primaverile  trasportato dalla calda brezza che lieve le carezzava la pelle  facendole fluttuare il leggero vestito di seta, a stampe floreali, sul corpo snello e compatto.


Percorse gli ultimi metri con una certa rapidità, quanto glielo consentivano le eleganti chanel dal tacco sottile che sembrava volesse incastrarsi, ad ogni passo, nell'acciottolato della pavimentazione. Si teneva stretta al corpo l'elegante borsa di cuoio per evitare che il vento potesse sollevarle l'abito.


Finalmente in macchina trasse un profondo respiro, indi sbuffò, come una ragazzina, emettendo l'aria che aveva trattenuto da quando aveva chiuso il portone del palazzo. Mise in moto e abbassò il finestrino mentre la voce dello speaker riempiva l'abitacolo. Agganciò la cintura di sicurezza e lentamente si immise nella corsia, risucchiata dal traffico della città. Intanto ripensava alla telefonata, ricevuta mentre stava ancora soerseggiando il primo caffé della giornata. La voce di lui, calda e profonda, le augurava il buongiorno, nonostante il sole era già sorto da un bel po'. Aveva ricambiato il saluto con lo stesso trasporto che metteva nel baciarlo al mattino; quando si svegliavano ancora abbracciati nel letto dopo una travolgente notte d'amore.


Poi la discussione scivolò sul quotidiano e sugli impegni di entrambi per la mattinata. Stava per salutarlo quando lui la bloccò con quella richiesta paradossale... assurda... bislacca... togliendole la parola. Lui interpretò il suo silenzio come assenso e concluse sussurrando:


-Ti adoro -.


Aveva ubbidito più per amore che per intima convinzione assecondando la sua richiesta. Anche se ora doveva ammettere a se stessa che la cosa la eccitava, nonostante tutto. L'unico problema era che proprio quella mattina aveva due udienze in Pretura ed una sentenza in Tribunale.


Entrò nella cancelleria con la speranza che qualche istanza fosse stata revocata per l'assenza del giudice. Si sentiva gli sguardi insistenti dei colleghi addosso, come se sapessero e volessero spogliarla. Arrossì al pensiero. Il cancelliere gli confermò la presenza del giudice quindi non le rimase altro da fare che depositare degli atti al registro e dirigersi verso l'aula delle udienze. Uno dei clienti non si presentò per cui il giudice rinviò l'udienza. L'altra causa era una banalissima controversia per morosità.


Alle 11.15 era in Tribunale. Il cuore iniziò a batterle all'impazzata. L'aula era come al solito affollata da clienti e avvocati. Aveva dato appuntamento al suo cliente per le 11.00 ed era in ritardo ma il suo pensiero era altrove.


- Alla faccia della professionalità - scosse la testa per scacciare questo pensiero mentre dirigeva lo sguardo intorno all'aula per fermarlo alla scrivania dove lui stava seduto impegnato a presiedere una causa.


Bello... pacato... distaccato come si conviene ad un giudice. Sollevò la testa come se avesse percepito il suo sguardo. I suoi occhi incontrarono quelli di lei, ammiccò nella sua direzione, lei abbassò la testa annuendo, mentre le guance si coloravano di un leggero rossore che non sfuggì allo sguardo attento e penetrante di lui che sorrise per poi tornare al suo lavoro.


Distolse lo sguardo per cercare di individuare il suo cliente che, avendola scorta da lontano, or si stava dirigende verso di lei. Gli andò incontro mentre venivano raggiunti dall'avvocato con la controparte. Il collega tentò una mediazione nella speranza di giungere ad un patteggiamento prima di presentarsi davanti al giudice. Il cliente scuoteva il capo. La soluzione che i due gli prospettavano sembrava non lo soddisfacesse. Scrollò le spalle mentre il cellualre squillò.


- Allora è proprio vero... Hai fatto quello che ti ho detto! - La voce soffocata di lui ebbe il potere di riaccenderle ulteriormente i sensi. Si girò per cercarlo nella stanza e lo vide in fondo, vicino alla finestra che si affacciava nel cortile interno del Tribunale. Le spalle girate alla sala.


- Chiedo scusa - e si allontanò lasciando i suoi interlocutori a discutere.


- Lo sai che non so negarti nulla- bisbigliò piano nel ricevitore.


- Ti aspetto nel mio studio... Raggiungimi quando hai finito.


Chiuse con un leggero colpo lo sportelletto del cellulare... L'animo ed i sensi in tumulto. Il suo cliente, intanto, continuava a discutere e la discussione diveniva sempre più incandescente. Vani gli sforzi degli avvocati di entrambi per sedare gli animi.. E così, in questo stato, si presentarono davanti al giudice che li aveva appena convocati, il quale infastidito un po' per motivi suoi, un po' per come si erano presentati davanti a lui, decise di rinviare il pronunciamento della sentenza.


Tirò un sospiro di sollievo e accomiatatasi dal gruppo con la scusa di un'altra causa si diresse verso la macchina. Il solito traffico dell'ora di punta le impediva di procedere spedita. L'ufficio, che condividevano entrambi, non era distante dal tribunale eppure sembrava che non dovesse mai arrivare. La segretaria non c'era. Lui aveva pensato di affidarle degli incarichi burocratici da svolgere verso degli enti pubblici e così mentre cercava le chiavi dentro la borsa, lui aprì la porta e la trasse a se prendendole la mano e portandola sulla patta dei pantaloni.


- Guarda in che stato sono da oltre due ore - le disse con voce rauca mentre le faceva toccare con mano l'effetto che lei riusciva a suscitare in lui solo al vederla e al pensiero di sapere che lei aveva eseguito il suo impudico... sensuale... folle desiderio...


Si strinse a lui, le loro bocche si incontrarono. Lui non resistette oltre e sollevandole il leggero vestito di seta fece scorrere con vogliosa bramosia la sua mano tra le cosce tornite. Salì deciso e senza indugiare oltre affondò le dita in quel caldo ed umido nido...


- Ti adoro! - ....

Passione solamente?


 


 


Cercarsi... Trovarsi... Scoprirsi.


↓                  ↓                ↓


Gli occhi... lo sguardo... la pelle.


Brivido caldo...


Toccarsi... Baciarsi... Prendersi.


↓                 ↓                 ↓


Le mani... la bocca... il corpo.


Fluida passione...


Infine sentirti bruciar dentro  me


mentre io  brucio d'Amor per te.

Thursday, October 25, 2007

Io e te






 



E ci ri-troveremo


lì dove nascono le fronde


nascondendoci alla vista di


curiosi sguardi predatori.




Io e te amor... Io e... te.




Teneramente abbracciati.


Io e te.


Mentre la natura intorno a


noi, cullandoci col suo


languido respiro ci sussurra


dolci e sensuali melodie, la


ruffiana passione frantuma le


ultime schegge della pudica


reticenza e saremo solo




Io e Te amore...Io e... Te




Ci perderemo in questa notte




complice che non riconoscerà




nella nuova alba che avanza




il nostro clandestino amore...



Sunday, October 21, 2007

A un disilluso

 



Basta cambiare look..


Basta girare l'angolo...


Basta voltare pagina...


Basta chiudere la porta


lasciandoci alle spalle


ciò che è stato...



Quante volte l'avrai sentito dire


ragazzo mio questa tiritera


Or tu chiedi a me conferma.


Vuoi da me una risposta che


non so darti e rivolgo agli altri.



Basta davvero così poco,


è davvero questa la ricetta


per dare un senso alla vita di


chi decide di lasciarsi andare?


Mi guardo attorno, tutto


sembra cospirarti contro.



La terra continua a girare.


La notte succede al giorno


e l'astro brilla alto nel cielo


dopo un temporale... Per cui


mi fermo... rifletto e ti dico:


 


Fino a che sulla terra il sole


splenderà non può la speme


perire poiché, come qualcun disse,


essa fugge  sol davanti ad una pietra


tombale sul nostro sepolcro.


***


[a Dave... amico dell'arcobaleno...che non riesce a scorgere il cielo...]

Un giorno speciale

 




 


La vita riserva sempre delle sorprese. Quando meno te lo aspetti, quando a volte sembra che la vita  ti stia sfuggendo di mano... Quando sembra che il tempo ti stia uccidendo senza che tu sia riuscito a portare a termine il tuo compito ecco che una piccola luce torna a brillare e tu riprendi a... volare...


Ecco questo è ciò che ieri è capitato a me [e mi auguro che possa prima o poi capitare a tutti...]. Una piccola luce si è accesa sul mio sentiero grazie a due persone davvero speciali... Anna ed Elio.
Anna per la stima che nutre nei miei confronti e di cui ancor mi ha dato un segno tangibile... Elio per il tempo e la pazienza che mi ha dedicato.


E così, tra il serio ed il faceto. Tra il mio scoprirmi a metà... [essi Elena...mi capita di rimaner come tu hai detto...] ieri nella mia giornata che si prospettava senza... crenature è arrivata un'esplosione di effervescente vitalità...


Qualcuno ha detto che il valore di una persona si riconosce dal numero di amici e di nemici che ha...


Non conto i "nemici" che son sicura prima o poi riusciranno a comprendere dove si trova il problema del loro malessere nei miei riguardi ma mi piace contare gli amici... e devo dire che il mio cestino da ieri si è veramente riempito di tante nuove fragranze... Chiedo scusa a tutti se rubo questo spazio, ma era doveroso da parte mia ringraziare tutti pubblicamente per avermi dedicato un pò di attenzione. Non solo andando a leggere l'intervista che Elio mi ha fatto... ma trovando anche il tempo per esternare il loro lusinghiero (molto...lusinghiero) pensiero nei miei confronti... sia sul blog che in privato.


A tutti voi dico...




Friday, October 19, 2007

By Elio Ria...

 Blogger: Korus

 intervista a Korus




 

Eccoci qua, Angela. Conosciamo molto bene la tua bravura, ma sappiamo poco di te, vorresti descriverti brevemente?

Ahahahah, iniziamo davvero bene... Oltretutto nulla mi imbarazza di più che sentirmi porre questa domanda... Possiamo passare alla seconda?

(Elio Ria) OK! Per ora te lo consento, però ci sarà un’altra intervista e ti denuderò.

 

******

 

Vorresti definirti con un aggettivo?

Preferisco col titolo di un autore a me molto caro... “Uno, nessuno, centomila”... Questo per dire che sto ancora cercando di capirmi...

 

(Elio Ria) Evviva la sincerità!

 

*****

Da quanto tempo scrivi poesie?

Sai che non lo ricordo?... A 11 anni iniziai a scrivere il mio primo diario segreto (altri tempi... vero? :-P). Ma ne ricordo una... forse quella che scrissi con grande partecipazione emotiva... Era una dedica alla mia professoressa di Filosofia. Avevo circa 13-14 anni e lei era stata nominata Madre Generale dell'Ordine e quindi si trasferiva a Roma... Ricordo che la ammiravo e stimavo moltissimo e ci rimasi male apprendendo la notizia...Anche se a distanza di tanto tempo penso che forse l'ammirazione che provavo per lei era il riflesso dell'amore che nutrivo per la filosofia...

Ricordo ancora gli ultimi versi che facevano più o meno così:

Hai camminato con passi

lievi come orme nel deserto.

……………….

Ora li lasci, non maturi,

a marcire da soli...

 

*****

Cos’è la poesia?

Bella domanda. Ancora più bella se la rivolgi ad una tardo-romantica.

La poesia non è altro che espansione... Non voglio usare parole ridondanti, non sono il mio genere, ma per farmi capire da tutti la paragonerò a una spirale... Parte dal centro e si allarga sempre più in ampi cerchi concentrici investendo di luce tutto ciò che circonda...

Essa è la dilatazione nello spazio dell'anima individuale che nel momento in cui viene generata diventa universale e non ci appartiene più... e, come ebbi a scrivere in occasione della ricorrenza del primo anno di vita della MC ,“Poeta è colui che nel grigiore della vita sa accendere il sole”...

E qui subentra la grande azione educativa di colui che scrive...

 

*****

 

Gli italiani secondo un sondaggio leggono sempre meno: per il 61% è una perdita di tempo. Perché gli italiani non amano la lettura? E forse colpa degli autori?

Sono anni che circolano questi sondaggi mentre poi senti che alla Fiera del Libro affermano tutto il contrario... Hai visto quante riviste vengono pubblicate? Un vero marasma... ma sembra che tirino... Lo stesso discorso si può fare per i libri. Oggi tutti scriviamo e purtroppo, ahimé, nessuno di noi sembra dire qualcosa di nuovo.

Gli scrittori nostrani si lasciano contagiare dalle mode esterofile e seguono l'andazzo del mercato. Secondo il mio modesto parere è questo il punto. Ti faccio un esempio, quello che è sotto gli occhi di tutti, Harry Potter (ho letto tutta la sagra insieme a mio figlio, anzi devo ringraziare lui che me l'ha fatto conoscere)... bene vista la fortuna della serie sono già in circolazione altri remarque sul genere. Allora dico che gusto c'è? E' la stesso cosa della Saga di Re Artù e dei suoi cavalieri sull'onda del “Signore degli anelli”... O la serie dei thriller di J. Grisham... Sembra che ci sia un passa parola tra gli autori... E questo avviene in ogni settore dell'editoria... Vanno i libri di ricette, solo perché il primo che l'ha scritto ha fatto la ristampa? Ed eccoli tutti impegnati a spolverar vecchi libri di ricette. La regola del mercato impone che sia il pubblico a dettare la trama agli autori... Prendi il libro “Tre metri sopra il cielo”. Un bel libro... commovente. Comprai anche “Ho bisogno di te”...ma era molto lontano dal primo. Si sentiva la forzatura dello scrivere per...quattrini... Non so come spiegarmi... Ma non c'era l' afflato che percorreva le pagine del primo libro. Così come avviene nell'arte. Un pittore dipinge non già quello che lo ispira ma quello che pensa possa piacere al futuro acquirente...

Allora io dico, se oggi mi gira e compro una tela minimalista... non vuol mica dire che fra un mese rifarò la stessa spesa... Sia perché ormai ne ho uno e mi basta ( a meno che non sia un feticista) sia perché quando si compra di solito lo si fa sotto l'impulso del momento... e si sa come è mutevole l'umore della gente...

 

(Elio Ria) Ecco lo hai detto: “nessuno di noi sembra dire qualcosa di nuovo”. Concordo!

 

*****

La poesia annoia o diverte chi la legge?

Io ho sempre amato la poesia e infatti nella mia libreria si può dire che i volumi di poesie sono a pari merito con la narrativa ed i romanzi...

Ma anche qui è sempre una questione di gusti... Non a tutti piace leggere e tra quelli che lo fanno forse solo la metà sono gli estimatori di questo genere.

E poi dipende dal genere di poesia... se consideriamo anche la satira...io credo che allora nessuno può dire di annoiarsi a leggere...

 

C’è in te l’esigenza di essere letta?

No... decisamente. Anche perché più che esigenza la considererei presunzione… Io scrivo prima di tutto per me stessa. La poesia, se presuntuosamente posso definire così i mie striminziti versi, è solo uno dei tanti modi in cui cerco di sedare i tumulti del mio cuore... Per questo motivo ad esempio non amo molto partecipare (e raramente partecipo..giocoforza solo su MC...) a tutte quelle iniziative “letterarie” a tema...

 

*****

 

Come vorresti promuovere la poesia in campo editoriale e nel web?

Beh...non sono un editore quindi non ho nessun interesse a promuovere nulla... Come ti dicevo non sento l'esigenza di essere letta e sono la prima a sorprendermi quando ciò accade...

Riguardo a quello che scrivo è già tanto se nel regalarlo il destinatario si prenderà la briga di leggerlo... Ma credo molto nel... passa parola...

Lo so..sono una pessima commerciante... ma ognuno di noi ha un talento diverso...^^

 

*****

 

Internet cos’è e cosa dovrebbe essere in futuro? Quale ruolo ha attualmente in ordine alla diffusione della poesia?

Adoro Internet... anzi credo proprio di soffrire di internet-mania... E' sorprendente quello che questa macchina è riuscita a fare... Praticamente ha rotto tutti i confini e le barriere non solo quelli intellettuali, infatti ci trovi di tutto e di più senza bisogno di andare alla ricerca di un volume enciclopedico, ma anche fisici. Pensa che io ho tra i miei contatti persone dalla Cina e dalla Thainlandia... praticamente paesi che mai e poi mai potrò visitare..ma è come se ci fossi andata. Anche se credo che l'aiuto più grande che questa macchina dà è quello verso i diversamente abili. Verso tutte quelle persone che non sono autonome e che non possono condurre una vita sociale reale e regolare...Internet li aiuta non solo a non sentirsi meno soli ma anche a non sentirsi... diversi... è questo è magnifico, non trovi? Nel futuro... sarebbe meraviglioso poter infilare la mano nello schermo per poterti stringere la mano...

Riguardo alla diffusione della poesia su Internet io credo che la creazione dei multiblog sia un mezzo efficace per conoscere e farsi conoscere, anche se rimane sempre circoscritta la cosa solo a un ristretto gruppo di persone... Cioè solo per gli “addetti ai lavori” è questo il limite del blog monotematico... e poi c'è il problema della lingua. Noi pubblichiamo i nostri versi in italiano dimenticandoci che è una lingua conosciuta solo da una piccola minoranza di persone. Questo non ci consente di travalicare l'Oceano... sia virtuale che reale.

A questo proposito mi viene in mente il commento di un giornalista americano che venendo sul mio blog di Messenger mi ha scritto...”Bella questa poesia... l'ho capita perché è stata molto facile la traduzione”... e io mi sono sentita piccola... piccola, perché lui si è preso il disturbo di tradurre i miei versi... cosa che noi non facciamo e questo è un po' irriguardoso verso i nostri ospiti... non trovi?

 

 

 

Ci parli del tuo libro “Ascoltando le emozioni…”?

ssantadea... si lo so... lo sponsorizzo su tutti i miei blog e sul mio sito... ma giuro non credevo che ti sarebbe caduto l'occhio anche su quello...

Cosa vuoi che ti dica? E' nato più che altro sotto la sollecitazione di persone che mi sono state e mi sono particolarmente vicine... parlo soprattutto delle colleghe indiriane (ormai ex INDIRE. E' una piattaforma virtuale dove si abbeverano e si dissetano alle conoscenze multimediali nella didattica docenti di tutta Italia) perché in casa nessuno sapeva di questa mia “vocazione poetica”... ed è stato inoltre una scommessa con me stessa. Un modo per mettermi in gioco. Un ulteriore banco di prova per sconfiggere la mia recondita e latente timidezza... Si, lo confesso, anche se nessuno ci metterebbe la mano sul fuoco, ma la mia battaglia più grande la conduco da una vita contro questa nemica che io considero come una “defaillance” della mia personalità.

[credi che in questa tua domanda qualcuno ci vedrà della pubblicità... fintamente occulta? :-P]

 

(Elio Ria) “No! L’autore ha il dirtto di promuovere le proprie opere. I libri sono scritti per farli leggere. Essi vivono e non moriranno mai fintantoché saranno letti. Non è bello che un libro se ne stia sdraiato sul dorso…Ti auguro un grosso, ma grosso successo”

 

*****

 

I tuoi versi sono eleganti, raffinati e dolci. Sai descrivere bene le emozioni con un lessico molto accurato. Vero?

Trovi? Se ti dicessi che li straccerei subito dopo averli scritti mi crederesti?

 

(Elio Ria) Ma no, lasciali per noi! Ieri sera ho visitato il tuo blog e ho avvertito una bella sensazione, quasi un’attrazione fatale per i tuoi versi… e poi quella musica…

 

*****

 

Ti va di commentare questi tuoi versi tratti da Nonostante tutto?

 

Vogliose brame

mi pongono di fronte

ad uno specchio che

riflette un'immagine

sbiadita di donna che

ancor chiede alla vita...

*** 

Nonostante tutto...

 

Mi chiedi di...spogliarmi...

Lasciami in sottoveste... ti dispiace?

(Elio Ria) Non posso rispondere!

 

*****

 

Un poeta quali letture dovrebbe fare?

Intendi per... scrivere meglio? Non saprei.

All'inizio della mia avventura “poetica” su Splinder sono stata protagonista inconsapevole di ben due episodi incresciosi... Molto incresciosi.

La prima la cancellazione di una mia poesia da un multiblog... con la giustificazione che sembravano dei versi di una famosa poesia di Baudelaire (poeta che amo..anche se non conosco i suoi versi a memoria...). A mente lucida sono andata a leggere e rileggere la poesia di Baudelaire e credimi non trovavo nessun riscontro... alla fine l'ho presa con filosofia e mi sono considerata “lusingata” per essere stata oggetto di una tale associazione...

La seconda molto più dolorosa... il sospetto che io avessi rubato dei versi ad un' altro autore...che misconoscevo. Sembra che sia stato lo stesso autore a farlo notare al caporedattore. Mi ferì la cosa prima di tutto perché mi sarebbe piaciuto che il medesimo chiedesse direttamente a me e non andasse per vie traverse... ho trovato il gesto oltremodo meschino... la seconda perché come dicevo i miei numerosi impegni dentro e fuori il web non mi consentono di visitare tutti i blog che ci sono su Internet... ergo era inverosimile che io avessi potuto compiere una tale azione... Non rubo una caramella... figuriamoci dei versi. Inoltre mettendo a confronto la data di composizione la mia risaliva a ben cinque mesi prima.

Questo per dirti che se un poeta vuol leggere qualcosa non si dedichi alla lettura delle poesie degli altri... LOL...

Scherzo ma non mi sento di mettere paletti... o restrizioni. Uno legge ciò che gli aggrada... Anche perché come ho detto la poesia nasce da dentro...e non viene certo dal di fuori...

Ma una cosa reputo importante... molto importante... Non la metrica che, ormai è risaputo nessuno rispetta più, ma le interpunzioni.. Mio Dio mi ci ammattisco a volte a capire il senso di quello che qualcuno scrive... Quindi un buon manuale sulla sintassi quello si che mi sento di consigliarlo…

 

*****

 

Qual è il tuo poeta preferito?

Tantissimi...Tutti... amo la poesia...

I nostri grandi ... dai latini a Foscolo per arrivare ai contemporanei Trilussa, Prevert, Ungaretti, Quasimodo... Baudelaire... Tagore... Kostantinos Kavafis... mettici anche Totò… ma il libro che preferisco in assoluto credo che sia “L'antologia di Spoon river”...

*****

 

Un blogger che apprezzi?

Eh... no... noblesse obblige...

 

(Elio Ria) Ho capito non vuoi sbilanciarti. Va bene!

 

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Credi nell’amicizia virtuale?

Credo nell'amicizia... e do' tutta me stessa... per questo poi non perdono se mi sento tradita...sia essa virtuale che reale. Io sono la stessa sia dentro che fuori dal mio studio...

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Il blog “La Mente e il Cuore” cosa rappresenta per te?

Il cuore sorride leggero a una tal domanda. MC per me è ancora un sogno. Sai è come una meravigliosa sorpresa che ti capita aprendo gli occhi di prima mattina... e ti accorgi che la vita che tu consideravi ormai in discesa ti ha riservato un'ulteriore salita.

Sono grata a PG che mi ha invitato, stragrata ad Anna che mi ha accolta a braccia aperte lasciandomi davvero sbigottita. Non ho mai pensato di poter essere notata da qualcuno (specialmente dopo quei due episodi)... anzi di solito preferisco passare inosservata. Quindi capirai la mia sorpresa quando mi venne fatta la proposta che accettai ad una condizione: Che avrei commentato solo gli scritti che suscitavano in me un particolare interesse.

E poi c'è la redazione tutta che, come tu sai , è davvero composta da persone magnifiche. Ma sono magnifiche perché sono persone intelligenti, aperti al dibattito civile e agli scambi di vedute senza nessuna competizione e tutti con un comun denominatore... Un grande cuore.

(Elio Ria) Vero! Anna è l’anima del blog. E’ molto brava e generosa!

*****

 

Una domanda che non ti è stata fatta e alla quale avresti risposto ben volentieri?

 

Perché Korus non intervista ElioRia? *_____*

(Elio Ria) Non ho problemi Angela, forse rimarresti delusa, non ho grandi cose da dire.

 

 

Angela, grazie per la gentile collaborazione.

 

Grazie a te per l'onore che mi hai concesso...



Questo è il link del blog di Elio...:


Thursday, October 18, 2007

Mendicante per amore



 

La mano timidamente protesa verso i passanti. Se ne stava così, acquattata, le ginocchia piegate, la lunga gonna di tela indiana a ricoprir le esili gambe fino a terra. Là dove sbucavano timidi due piccoli piedi rinchiusi dentro un paio di scarpe che avevano conosciuto tempi migliori. Logori e consunti al punto tale che era difficile individuarne l'originario colore.


In verità l'intero abbigliamento strideva su quel marciapiede che aveva come sfondo un elegante negozio di haute couture.


La giornata calda e afosa, inusuale per quella città conosciuta non solo per i suoi musei e le sue maestose cattedrali, ma anche per i suoi boulevard pieni di café, non invitava certo i passanti a curarsi di quella piccola mano protesa a chieder l'elemosina. Se la passava meglio quando era in India...


Lo sguardospento, annacquato, dalle cui chiare iridi non trapelava ciò che le rodeva dentro.


Quel mezzo sorriso, che si era abituata a tenere stampato sul volto, per un attimo sembrò pietrificarsi su quella bocca, su quelle labbra carnose, osservando una figura che avanzava lentamente. La luce del sole alle di lui spalle non le consentiva di definirne i lineamenti ma, nonostante ciò, intravedeva in quella figura un che di familiare. Il cuore le si fermò in gola. Impallidì. Un leggero tremore iniziò a scuotere il suo esile corpo.


Restò immobile, incapace di un pur minimo gesto mentre lo osservava avanzare nel suo inconfondibile stile. Elegantemente sfrontato. Bello. Ancor più bello di come lo ricordava nei suoi sogni, a sera, chiusa nella sua piccola camera ammobiliata alla periferia est di quella città... con una minuscola finestra che dava sulla Senna... o quando si trovava in qualche catapecchia in uno dei vicoli di Bombay...


Indossava una camicia e dei pantaloni di lino bianchi, ai piedi un paio di college e sosteneva per le spalle una giovane donna. Alta, bella, bionda...sofisticata. La falcata inconfondibile da fotomodella o comunque di chi è avvezza a calcar le scene davanti agli sguardi ammirati dei maschi.


Una lacrima lentamente le rigò la guancia...

Quanto tempo era passato!

Si alzò precipitosamente, raccolse la sua borsa e stringendosela al seno rapida si diresse in direzione opposta a quella da cui sopraggiungevano i due innamorati.


Solo quando fu certa di aver lasciato tra lei e loro la giusta distanza liberò i singulti che le strozzavano la gola.


 

****

Pioveva a dirotto e grossi goccioloni picchiettavano sui vetri e sul tetto di quella piccola mansarda situata al VI piano di un edificio ottocentesco in rue de Boulogne. All'interno due giovani corpi si abbandonavano stremati dopo gli ultimi spasmi di un ardente orgasmo. Lui allungò la mano e, scostando con dolce tenerezza i lunghi capelli biondi dal viso botticelliano di lei, si allungò depositando un dolcissimo bacio sulle di lei labbra. A quel gesto lei rispose con altrettanta dolcezza. Venere stremata dalla passione che languidamente si abbandona a quel corpo, a quelle labbra, a quegli occhi di fiamma.


E si fermò il tempo, dileguandosi nei loro sguardi.

Si svegliarono molto tempo dopo. Aveva smesso di piovere, lui si alzò e così, nudo come si trovava, si accostò al cavalletto che troneggiava al centro di quel monolocale. Lei, con mosse sensualmente feline, allungò il corpo slanciato e lo osservò tra le palpebre socchiuse.


- Hugo... - la voce calda e languida ruppe il silenzio .

Lui si girò a guardarla e portando l'indice alle labbra le fece cenno di tacere. Quindi, esprimendosi sempre con i gesti allungò il palmo della mano destra, tra le cui dita svettava il pennello imbevuto di colore, verso di lei che nel vedere il gesto si immobilizzò...


Hugo riportò la sua attenzione sulla tela e intingendo il pennello nel colore sulla tavolozza riprese a dipingere con gesti che divenivano, via via, sempre più rapidi e sciolti. Lei, immobile sul letto - ammesso che si potesse definire letto quel giaciglio costituito da uno striminzito futon poggiato sul parquet - lo osservava imbevendosi di quel corpo muscoloso ed asciutto. Soffermò lo sguardo sui glutei alti e sodi per poi portarlo sulla cosa che di lui l'affascinava di più: le sue mani.


Mani dalle dita lunghe e nervose che ora si muovevano sulla tela or con forza, or con dolcezza. La stessa forza e la stessa dolcezza di quando scorrevano sul suo corpo accendendo in lei i brividi della passione più ardente. Lui, come se avesse captato i di lei pensieri, distolse lo sguardo dalla tela e le sorrise.


- Sono sicuro che questo sarà il mio capolavoro. Quello che mi farà conoscere al pubblico ed ai galleristi - esclamò con impeto, proseguendo:


- Quando diventeremo ricchi la prima cosa che ti regalerò sarà un viaggio sulla Luna.


Gli sorrise comprendendo il senso di quel paradosso.

- Io sono già oltre la Luna - le rispose mentre si avvicinava a lui.

Lo strinse da dietro e lo baciò sulla nuca. Lui posò il pennello e prendendole le mani le accostò alle sue labbra...


 

****

Camminava spedita incurante dei passanti. Le lacrime le offuscavano la vista. Evitò per un pelo di scontrarsi, inciampando su un piccolo yorkshire, con un uomo che fu pronto ad afferrarla per le braccia impedendole una rovinosa caduta.


Confusa, rossa in volto, borbottò delle rapide scuse...

 

****

Era tornato a casa salendo gli scalini a due a due. Trafelato, le mani dietro la schiena, il suo sorriso più bello ad illuminargli il volto e lo sguardo.


Lei stava provando a cucinare un pranzo decente su quella minuscola cucina da campo con soli due fornelli. Lui le cinse la vita mentre le poneva davanti un piccolo fiore bianco.


L'odore della camelia penetrò nelle sue narici, chiuse gli occhi e sorrise assaporando quell 'attimo. Lui la baciò sul collo, poco sotto il lobo dell'orecchio quindi le sussurrò:


- Ci siamo! Ho trovato una galleria. Il proprietario ha detto di portargli altre mie opere. Le esporrà in mostra permanente e… senza che io sborsi un centesimo di franco. Se li venderà, cosa di cui sembra certo, dividerà il ricavato con me... fifth-fifth. Ha anche stabilito un prezzo... che io trovo eccessivo  per i miei quadri... ma mi ha detto di fidarmi che sa il fatto suo... Vedrai che molto presto riuscirò a portarti sulla Luna...


Il giorno sembrò essere giunto in fretta. Al vernissage che il gallerista volle fare per mostrare le sue opere in anteprima.


L'aria da pittore bohemiene, il fisico asciutto, il sorriso accattivante... non gli ci volle molto per essere circondato dalle belle donne che sembrava facessero a gara per contendersi le sue attenzioni. Non resistette molto lì, in quella galleria illuminata a giorno, lei con i suoi jeans consunti e la t-shirt sopra all'ombelico si sentiva come una pattumiera messa per sbaglio nel salone della festa. Lentamente iniziò a retrocedere, lo sguardo fisso su di lui a imprimersi nella mente quegli ultimi istanti, arrivò all'uscio di quella elegante galleria. Appena si ritrovò sul marciapiede si guardò attorno disorientata, come un cane che ha smarrito il padrone. Quindi, senza riuscire a prendere nessuna decisione si allontanò rapidamente.


Il buio risucchiò la sua figura. Inebetita. Confusa. Solo un pensiero in testa. Doveva andare lontano... lontano da lui che sentiva di aver già perso.


Non tornò alla loro mansarda ma si rifugiò a casa di un'amica che la accolse senza chiederle nulla. Ci sarebbe stato tempo per parlare... era stremata.


Il giorno dopo senza dire nulla a nessuno alla "gare du Lion" salì sul primo treno... destinazione "India".


 

****

Era tornata da poco, non aveva cercato nessuno dei vecchi amici. Viveva elemosinando per le strade di Parigi.


Parigi, la città degli innamorati per antonomasia. Parigi la grande puttana che rapisce i sogni dei giovani svendendoli per quattro luridiscenti spiccioli...


Sapeva che sarebbe successo, che prima o poi l'avrebbe rivisto ma certo non immaginava che quella vista sarebbe stata come un pugno nello stomaco.


E lei tornava a fuggire ancora una volta lontano da lui.

Lui così bello e famoso. Lui coccolato dalla stampa e dalle donne. Lui che immancabilmente appariva sulla cover di qualche rivista di gossip. Lui che sembrava non aver più tempo da dedicare alla sua vera passione. Ma così non era. Nella galleria, di cui era divenuto ben presto socio, un suo quadro, fresco di colore, troneggiava sempre su un cavalletto davanti alla vetrina. Lei vi andava sovente. La sera. Quando i negozi erano chiusi e si fermava lì per ore a contemplarlo. Le sue opere avevano ancora il sapore di quando vivevano nella mansarda di rue de Boulogne anche se i colori erano molto più forti... quasi rabbiosi.


Ma tutti con un comun denominatore. Una piccola luna su cui si intravedeva, diafano, un volto botticelliano...

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Sunday, October 14, 2007

Nonostante tutto


 


Mi mordo la coda in questo


mattino che non vuol passare...


Mi guardo attorno e la


spietata noia mi assale...


 


La banalità e il deja-vu


non aggiungono sapore


a queste ore insipide


che non so colmare...


 


Cerco un senso al vuoto.


Del vino, per colmare un


calice che troppo in fretta


trova il fondo di cristallo ...


 


Mi inondano e sotterrano


le parole spese dagli altri


sul mercato dell'ovvietà.


 


Pensieri  violentano la


mia mente. Emozioni.


Languidi sospiri.


Fluide evanescenze.


 


Vogliose brame


mi pongono di fronte


ad uno specchio che


riflette un'immagine


sbiadita di donna che


ancor chiede alla vita...


*** 


Nonostante tutto...


Mendicante per amore





La mano timidamente protesa verso i passanti. Se ne stava così, acquattata, le ginocchia piegate, la lunga gonna di tela indiana a ricoprir le esili gambe fino a terra. Là dove sbucavano timidi due piccoli piedi rinchiusi dentro un paio di scarpe che avevano conosciuto tempi migliori. Logori e consunti al punto tale che era difficile individuarne l'originario colore.
In verità l'intero abbigliamento strideva su quel marciapiede che aveva come sfondo un elegante negozio di haute couture.
La giornata calda e afosa, inusuale per quella città conosciuta non solo per i suoi musei e le sue maestose cattedrali, ma anche per i suoi boulevard pieni di café, non invitava certo i passanti a curarsi di quella piccola mano protesa a chieder l'elemosina. Se la passava meglio quando era in India...
Lo sguardospento, annacquato, dalle cui chiare iridi non trapelava ciò che le rodeva dentro.
Quel mezzo sorriso, che si era abituata a tenere stampato sul volto, per un attimo sembrò pietrificarsi su quella bocca, su quelle labbra carnose, osservando una figura che avanzava lentamente. La luce del sole alle di lui spalle non le consentiva di definirne i lineamenti ma, nonostante ciò, intravedeva in quella figura un che di familiare. Il cuore le si fermò in gola. Impallidì. Un leggero tremore iniziò a scuotere il suo esile corpo.
Restò immobile, incapace di un pur minimo gesto mentre lo osservava avanzare nel suo inconfondibile stile. Elegantemente sfrontato. Bello. Ancor più bello di come lo ricordava nei suoi sogni, a sera, chiusa nella sua piccola camera ammobiliata alla periferia est di quella città... con una minuscola finestra che dava sulla Senna... o quando si trovava in qualche catapecchia in uno dei vicoli di Bombay...
Indossava una camicia e dei pantaloni di lino bianchi, ai piedi un paio di college e sosteneva per le spalle una giovane donna. Alta, bella, bionda...sofisticata. La falcata inconfondibile da fotomodella o comunque di chi è avvezza a calcar le scene davanti agli sguardi ammirati dei maschi.
Una lacrima lentamente le rigò la guancia...
Quanto tempo era passato!
Si alzò precipitosamente, raccolse la sua borsa e stringendosela al seno rapida si diresse in direzione opposta a quella da cui sopraggiungevano i due innamorati.
Solo quando fu certa di aver lasciato tra lei e loro la giusta distanza liberò i singulti che le strozzavano la gola.

****
Pioveva a dirotto e grossi goccioloni picchiettavano sui vetri e sul tetto di quella piccola mansarda situata al VI piano di un edificio ottocentesco in rue de Boulogne. All'interno due giovani corpi si abbandonavano stremati dopo gli ultimi spasmi di un ardente orgasmo. Lui allungò la mano e, scostando con dolce tenerezza i lunghi capelli biondi dal viso botticelliano di lei, si allungò depositando un dolcissimo bacio sulle di lei labbra. A quel gesto lei rispose con altrettanta dolcezza. Venere stremata dalla passione che languidamente si abbandona a quel corpo, a quelle labbra, a quegli occhi di fiamma.
E si fermò il tempo, dileguandosi nei loro sguardi.
Si svegliarono molto tempo dopo. Aveva smesso di piovere, lui si alzò e così, nudo come si trovava, si accostò al cavalletto che troneggiava al centro di quel monolocale. Lei, con mosse sensualmente feline, allungò il corpo slanciato e lo osservò tra le palpebre socchiuse.
- Hugo... - la voce calda e languida ruppe il silenzio .
Lui si girò a guardarla e portando l'indice alle labbra le fece cenno di tacere. Quindi, esprimendosi sempre con i gesti allungò il palmo della mano destra, tra le cui dita svettava il pennello imbevuto di colore, verso di lei che nel vedere il gesto si immobilizzò...
Hugo riportò la sua attenzione sulla tela e intingendo il pennello nel colore sulla tavolozza riprese a dipingere con gesti che divenivano, via via, sempre più rapidi e sciolti. Lei, immobile sul letto - ammesso che si potesse definire letto quel giaciglio costituito da uno striminzito futon poggiato sul parquet - lo osservava imbevendosi di quel corpo muscoloso ed asciutto. Soffermò lo sguardo sui glutei alti e sodi per poi portarlo sulla cosa che di lui l'affascinava di più: le sue mani.
Mani dalle dita lunghe e nervose che ora si muovevano sulla tela or con forza, or con dolcezza. La stessa forza e la stessa dolcezza di quando scorrevano sul suo corpo accendendo in lei i brividi della passione più ardente. Lui, come se avesse captato i di lei pensieri, distolse lo sguardo dalla tela e le sorrise.
- Sono sicuro che questo sarà il mio capolavoro. Quello che mi farà conoscere al pubblico ed ai galleristi - esclamò con impeto, proseguendo:
- Quando diventeremo ricchi la prima cosa che ti regalerò sarà un viaggio sulla Luna.
Gli sorrise comprendendo il senso di quel paradosso.
- Io sono già oltre la Luna - le rispose mentre si avvicinava a lui.
Lo strinse da dietro e lo baciò sulla nuca. Lui posò il pennello e prendendole le mani le accostò alle sue labbra...

****
Camminava spedita incurante dei passanti. Le lacrime le offuscavano la vista. Evitò per un pelo di scontrarsi, inciampando su un piccolo yorkshire, con un uomo che fu pronto ad afferrarla per le braccia impedendole una rovinosa caduta.
Confusa, rossa in volto, borbottò delle rapide scuse...

****
Era tornato a casa salendo gli scalini a due a due. Trafelato, le mani dietro la schiena, il suo sorriso più bello ad illuminargli il volto e lo sguardo.
Lei stava provando a cucinare un pranzo decente su quella minuscola cucina da campo con soli due fornelli. Lui le cinse la vita mentre le poneva davanti un piccolo fiore bianco.
L'odore della camelia penetrò nelle sue narici, chiuse gli occhi e sorrise assaporando quell 'attimo. Lui la baciò sul collo, poco sotto il lobo dell'orecchio quindi le sussurrò:
- Ci siamo! Ho trovato una galleria. Il proprietario ha detto di portargli altre mie opere. Le esporrà in mostra permanente e… senza che io sborsi un centesimo di franco. Se li venderà, cosa di cui sembra certo, dividerà il ricavato con me... fifth-fifth. Ha anche stabilito un prezzo... che io trovo eccessivo per i miei quadri... ma mi ha detto di fidarmi che sa il fatto suo... Vedrai che molto presto riuscirò a portarti sulla Luna...
Il giorno sembrò essere giunto in fretta. Al vernissage che il gallerista volle fare per mostrare le sue opere in anteprima.
L'aria da pittore bohemiene, il fisico asciutto, il sorriso accattivante... non gli ci volle molto per essere circondato dalle belle donne che sembrava facessero a gara per contendersi le sue attenzioni. Non resistette molto lì, in quella galleria illuminata a giorno, lei con i suoi jeans consunti e la t-shirt sopra all'ombelico si sentiva come una pattumiera messa per sbaglio nel salone della festa. Lentamente iniziò a retrocedere, lo sguardo fisso su di lui a imprimersi nella mente quegli ultimi istanti, arrivò all'uscio di quella elegante galleria. Appena si ritrovò sul marciapiede si guardò attorno disorientata, come un cane che ha smarrito il padrone. Quindi, senza riuscire a prendere nessuna decisione si allontanò rapidamente.
Il buio risucchiò la sua figura. Inebetita. Confusa. Solo un pensiero in testa. Doveva andare lontano... lontano da lui che sentiva di aver già perso.
Non tornò alla loro mansarda ma si rifugiò a casa di un'amica che la accolse senza chiederle nulla. Ci sarebbe stato tempo per parlare... era stremata.
Il giorno dopo senza dire nulla a nessuno alla "gare du Lion" salì sul primo treno... destinazione "India".

****
Era tornata da poco, non aveva cercato nessuno dei vecchi amici. Viveva elemosinando per le strade di Parigi.
Parigi, la città degli innamorati per antonomasia. Parigi la grande puttana che rapisce i sogni dei giovani svendendoli per quattro luridiscenti spiccioli...
Sapeva che sarebbe successo, che prima o poi l'avrebbe rivisto ma certo non immaginava che quella vista sarebbe stata come un pugno nello stomaco.
E lei tornava a fuggire ancora una volta lontano da lui.
Lui così bello e famoso. Lui coccolato dalla stampa e dalle donne. Lui che immancabilmente appariva sulla cover di qualche rivista di gossip. Lui che sembrava non aver più tempo da dedicare alla sua vera passione. Ma così non era. Nella galleria, di cui era divenuto ben presto socio, un suo quadro, fresco di colore, troneggiava sempre su un cavalletto davanti alla vetrina. Lei vi andava sovente. La sera. Quando i negozi erano chiusi e si fermava lì per ore a contemplarlo. Le sue opere avevano ancora il sapore di quando vivevano nella mansarda di rue de Boulogne anche se i colori erano molto più forti... quasi rabbiosi.
Ma tutti con un comun denominatore. Una piccola luna su cui si intravedeva, diafano, un volto botticelliano...

Saturday, October 13, 2007





L’angoscia che rode la mia anima

in un korus di liriche diffuse:

Quale vento stai cavalcando

Quale sole stai prendendo

Quale amore stai lasciando

Quale sogno hai sognato

Perché?

Perché quel tempo che non torna

ti lascia disadorna!

Ami quel che vedi o vedi quel che ami...

Sarà l’angoscia o la simbiosi in stasi

che non dorme  al tuo fianco

a tenerti sveglia, si sveglia per non perire

ma come posso dirti t’amo se non porgi la tua mano...

dedicata a Korus






Grazie ad haion che ha voluto farmi dono non solo di questi versi ma anche di un po' del suo tempo...

Il tempo speso per comporli....

Wednesday, October 03, 2007

29 Settembre 2007


 


Aperto  il bozzolo dischiude


le ali  la leggiadra farfalla ed


il viaggio intraprende verso un


mondo ignoto... misterioso ...


fascinosamente magico... 


 


Or eccola aliare. Avvolta  in


una nuvola di bianco velo, si


dirige verso una nuova dimora.


Tra le esili mani stringe un libro


di pagine tassativamente bianche.


------ */*------


Vola...  dispensa intorno a te la


dolcezza che ti contraddistingue.


Bevi, dissetati alla sorgente


dell'amore. Fa' dei tuoi giorni 


 fragrante bouquet di variopinti


fiori che, oltre a profumare,


tingeranno l'esistenza di chi ti


sta vicino. Sii felice...


Rendi felice... e...


Ricorda: 


"L'amore basta all'amore".[*]


[*Le parole tra virgolette sono tratte da "Il profeta"  di K. Gibran ]