
Ladri di auto
Ladri d'ombrelli
Ladri di bici
ladri d'appartamenti
Governi ladri
ladri operai
Chi ruba ai lavoratori
chi ai pensionati.
Ladri di sogni
Speranze rubate
Il ladro peggiore?
Colui che ruba il Tempo altrui.

Ladri di auto
Ladri d'ombrelli
Ladri di bici
ladri d'appartamenti
Governi ladri
ladri operai
Chi ruba ai lavoratori
chi ai pensionati.
Ladri di sogni
Speranze rubate
Il ladro peggiore?
Colui che ruba il Tempo altrui.

1915 – 1918
Erano giovani, imbelli,
molti imberbi
molti studenti
gli abbiamo dato un fucile in mano
per l’ onore della Patria
mandati a morire
Lontano
1939 – 1945
Erano giovani, imbelli,
molti imberbi
molti studenti
gli abbiamo dato un fucile in mano
per l’onore della Patria
mandati a morire
Lontano
Terzo Millennio
Or che la Patria muore
nessun giovane sa cosa sia
l’Onore
né l’Amor di Patria
e se ne va
Lontano.
Ci sono silenzi come macigni.
Comprimono il cuore togliendogli
forza per palpitare.
Ci sono silenzi che, come spade,
laceran la pelle riducendola
un puzzle a brandelli.
Ci sono silenzi che, come dardi
infuocati, ti marchiano l’anima.
Ti ghiacciano la mente.
Loro m’ annientano
Qui nella quiete ovattata di questa
penombra proietto il mio cuore
sul soffitto del cielo in caleidoscopici
riflessi di arcobaleni lasciando le
lacrime a far da padroni su questo
volto consunto dal pianto.
Vanno le note strimpellate sulle corde
di una vecchia chitarra, stridono,
graffiano la pelle e non trovano
un orecchio che sappia ascoltare
questo mio antico dolore che canta
una triste canzone d'amore.
Come quel passero* che in
sul far della sera canta solitario
così, segregato nel mio cuore,
celato alla mia mente, inascoltato
battito di vita ribelle, rimane muto
questo mio misero canto d'amore.
*Il riferimento è al "Passero solitario" di G. Leopardi
Una signora scomoda la "Gelosia".
Non è mai stata ospite in casa mia.
Come viscido serpente or è apparsa
rendendomi vittima e carnefice.
Stringendoti a sé con impercettibile
morso al cuore, nelle tue vene nelle tue
arterie, ha iniettato il suo micidiale
veleno... Nulla è più come prima.
Oh, lo so bene! I giorni si succedono ai
giorni, le ore alle ore, tutto è come ieri...
come un mese fa... come un anno fa. Ci
credi veramente? O è solo mera apparenza?
Tu dubiti di me...mentre io mi osservo
allo specchio e non mi riconosco più.
Non sono più io, non è mio quello
sguardo spento e quella piega amara
che disegna due virgole agli angoli
della bocca. Lo specchio si è rotto.
Il sogno, infranto, giace ai piedi
dell'altare dove io ti avevo posto
liquefacendosi come neve al sole.
Mi sono svegliata dall'incanto
dissolto da quel livido bagliore che mi
ha gelato il cuore mentre davanti si
para il baratro di una nuova solitudine
dell'anima non più bramosa né desiderosa.
Lady Godiva dismetto gli abiti e mi espongo
alla curiosità del mondo che con pudore
chiude le sue finestre e guarda altrove.
Questa è una storia iniziata così per caso…
Una di quelle banalissime e normalissime storie fatta di piccoli episodi quotidiani.
Di una banalità sconcertante…ovvia…desueta…ma pur sempre…storia.
Essì, come ebbe a dir qualcuno di mia conoscenza…c’è Storia…e… storia e ci son poi le...storielle.
C’è la Storia [con la S maiuscola] narrata da chi ha estro…creatività…e talento.
Poi ci sono le storie [ con la esse minuscola]… di quelli che sentono rodersi dentro un pensiero… una frase… un gesto e che cercano il modo su come liberarsene.
Sono storie normali, di vita normale. Di gente che non si pone il problema dell’esistenza… della ragion di Stato o della Ragion Sociale…
Gente come me, voi, che si racconta nelle righe sfocate di una vecchia rubrica scaduta… con la labile speranza di trovar un rimedio al suo tormento.
E ci son le storielle.
Quelle, per intenderci, scambiate davanti alla porta di casa…sul pianerottolo, con il nostro dirimpettaio mentre frughiamo nella borsa in cerca delle chiavi che quando ti servono non trovi mai.
Ed è a causa di una storiella di queste che tutto ebbe inizio…o segnò la fine?
Di cosa direte voi… Forse di un qualcosa che non ha mai avuto un inizio.
Ma allora se non c’è stato inizio…è del tutto inconcludente parlar di fine…non credete?
Tutto ha un inizio e una fine…la Vita… ha un inizio e una fine…
Il giorno… e così pure la notte…
L’amore, quello tra due persone, nasce e pure lui muore….
Ogni cosa che ci circonda, purché composta di particelle di atomi e di cellule ha un principio e una fine…
Un bravo alchimista sa che “niente si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”…
E così è…
Si passa dallo stadio neonatale alla vecchiaia in una continua metamorfosi di forme cellulari…
Dalla cenere prendono vita nuovi batteri unicellulari che daranno vita ad altri pluricellulari… e così si mantiene la catena alimentare…
Dall’amore è facile passare all’odio…anzi si dice che più si è amato e più si odierà l’oggetto del nostro defunto amore…
La cosa peggiore , come ebbi sempre a leggere, è arrivare all’indifferenza… in quanto essa è la mancanza assoluta di emozioni.
Ma la mia storia [con la esse minuscola] parla solo di una amicizia finita. Ad una certa età una dovrebbe abituarsi a perdere e… trovare… amici… Si, perché ci sono gli amici, quelli con cui scambi quattro chiacchiere al bar o durante la pausa pranzo e che poi pur se non li incontri più nulla succede. E ci sono gli altri, quelli che ti trovi sempre al fianco. Anche se a volte passano mesi e mesi prima di aver loro notizie, eppure sai che se ne hai bisogno sono subito accanto a te a sostenerti ed a darti tutto il loro appoggio e la loro comprensione con la loro grande capacità di amore.
Ecco questa è la storia di come può facilmente perdersi una amicizia che non conosce la differenza tra Storia e...storia…e non conosce neanche le... storielle…
A emmegì… e che tu lo voglia o no… la fiaba finisce qui…
Salva