Sunday, January 21, 2007

Notte indiana 2006


 

Le fiamme del fuoco, al centro del grande campo indiano, si alzavano alte nel cielo. Lingue di fiamme e scintille e lapilli scoppiettavano conferendo un tono di allegria in quella fredda notte invernale.
Seduti a cerchio il piccolo popolo dai volti rossi (il fuoco riscaldava veramente il sangue), le gambe incrociate, fumavano assorti passandosi di mano in mano il calumet. Grigia Nuvola è talmente perso nei suoi pensieri da dimenticarselo in bocca . Trasale percependo il contatto del suo braccio con quello del fratello che gli siede accanto.
Allora, come tornando da un mondo che ai più non è dato conoscere, punta gli occhi sgranati in faccia al compagno che con la mano tesa attende il segno tangibile della pace. Sorride e gli porge il calumet accompagnandolo con queste parole:
"La mia mente ha percorso le grandi valli dove risuonano le voci dei nostri padri. Voci che pochi odono e molti ignorano. Rincorrevo un capriolo che, impaurito tentava di nascondersi convinto che volessero fargli del male. Mi sono avvicinato a lui e senza nemmeno toccarlo gli ho fatto sentire tutto il mio amore. Pensavo che fosse sufficiente questo ma, ahimé, mi sbagliavo! Mi si rivoltò contro e non ci crederai..lo so... ma mi morse la mano. Ecco..guarda anche tu..."
Così dicendo fa vedere la mano dove delle gocce di sangue scorrono lungo il palmo.
Istintivamente il compagno si ritrae guardando sbigottito l'arto...
"Questa è la prova che quel che dico è vero"...continuò con voce pacata l'anziano Sioux stringendosi ancor meglio il mantello della pelle d'orso intorno al corpo che aveva iniziato a sussultare. Il compagno non riusciva a proferir parola. Non un gridò ruppe il silenzio del campo mentre si alzava e senza nulla proferire si avvicinava al vecchio. Solo quando fu all'altezza del suo orecchio gli bisbigliò:
"Lo so...ero lì con te... guarda" e sorrise scoprendo i denti dove sul biancore dello smalto brillava una goccia rosso sangue...

Tuesday, January 09, 2007

Così cambiò la rotta del destino


 


 


Molte volte mi sono chiesta cosa sarebbe stato di me se solo fossi salita su quella nave che mi portava lontano invece di ritrovarmi or qui seduta


Se... Se...Se...


Di quanti se è costellata la nostra vita mentre continuiamo a vivere al presente relegando alla grammatica il condizionale...


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Monday, January 08, 2007

Marea


 

Sono qui

seduta su queste scale

di puro alabastro,

osservo le onde rincorrersi lente.

 

Due gabbiani lassù, in alto,

 sopra la mia testa,

le ali rilucenti sotto i raggi del sole,

disegnano cerchi concentrici

con il loro volo.

 

Splendido questo cielo  colmo di luce

di un nuovo giorno che nasce.

La Luna, pallida, sfocata,

 saluta l'amante prima di sparire alla mia vista.

 

Eppur gli amanti clandestini sanno come allearsi

quando tentano di attrarre a loro

queste placide acque...

che resistono...resistono....

ma poi langue la loro forza e si arrendono...

Si agitano...si ingrossano...

Escono dal loro letto e da loro si lasciano attrarre

 

 Inondano tutto quello che mi sta d'attorno,

resisto alla tentazione di immergermi,

attendo... so che saranno loro a

sommergermi.

Sorrido felice...serena.

E' l'alba di un nuovo giorno!