Tuesday, May 29, 2007

L'ultimo bacio

 


Sosto...

religiosamente assorta;


sotto quest’albero acquattata.

Tutto intorno... silenzio...

Nemmeno un alito di vento

a stormir le foglie

di questo verde ulivo.



L’ombra del grande albero

non affievolisce la

splendente luce del sole

che lentamente muore...

lì, dietro la collina.



L’azzurro del cielo ne vela

la cima...lontana...impalpabile...



Trasuda ancor afa dalla

terra arsa dai caldi raggi

che, in ogni anfratto,

l’hanno penetrata in

questa lunga giornata.



Sosto silente...Immota...

Soli, i pensieri vanno.



Se solo IO...Potessi!

Se solo TU ...Volessi!

Solo un tremolio leggero

fa fremere le mie labbra

dove ristagna, ancor,

l’amaro sapore del tuo

Ultimo Bacio.

Wednesday, May 23, 2007

Ti sbagli

 


Amore mio tu pensi che


dopo aver soddisfatto i sensi


ogni cosa al suo posto torni


come per alchemica magia.


Ti rassereni, ti addormenti,


non ti avvedi delle mie lacrime


... silenti.


 


Si ferma in gola il mormorar


fioco dei singulti mentre


l'anima, come belva inferocita,


reclama il diritto di essere


riconosciuta cittadina di una


terra saccheggiata e


... vinta.

Tuesday, May 22, 2007

Quello strano non so che

 


 


 


Camminar e restar fermi.

Andare senza avanzare...

Son qui...

Eppure non ci sono.



Triste e sconcertante

pensiero che rende vaga

ed insignificante ogni

mia mossa...





Una strana stanchezza,

uno strano languore,

infiacchisce la mente e

passa la voglia di fare...






Riapparirò o continuerò

ad essere solo leggera

ombra che calca le scene

di un palco invisibile a

tutti tranne che a me?

Gelosia


Una signora scomoda la  "Gelosia".


 

Non è mai stata ospite in casa mia.


 

Come viscido serpente or è apparsa


rendendomi  vittima e carnefice.




 

Stringendoti a sé con  impercettibile


morso al cuore, nelle tue vene  nelle tue


arterie, ha iniettato il suo micidiale


veleno...  Nulla è più come prima.


 




 

Oh, lo so bene! I giorni si succedono ai


giorni,  le ore alle ore, tutto è come ieri...


come un mese fa... come un anno fa. Ci


 

credi veramente? O è solo mera apparenza?




Tu dubiti di me...mentre io mi osservo


allo specchio e non mi riconosco più. 


Non sono più io, non è mio quello


sguardo spento e quella piega amara


che disegna due virgole agli angoli


della bocca. Lo specchio si è rotto. 


Il sogno, infranto, giace ai piedi


dell'altare dove io ti avevo posto


liquefacendosi come neve al sole.







Mi sono svegliata dall'incanto


dissolto da quel livido bagliore che mi


ha gelato il  cuore mentre davanti  si


para il baratro di una nuova solitudine


dell'anima non più bramosa né desiderosa.


Lady Godiva dismetto gli abiti e mi espongo


alla curiosità del mondo che con pudore


chiude le sue finestre e guarda altrove.



 

 


 

Saturday, May 19, 2007

Sono perplessa..molto. Le disfunzioni di questi due giorni di splinder mi stanno procurando delle sincope... Ieri proprio è stato davvero un colpo al cuore quando nel cliccare sul mio blog mi compariva la finestra con la dicitura che era stato cancellato. Ma la cosa peggiore era che anche sul profilo non lo trovavo più. C'erano tutti i blog a cui partecipo. Quello mio della Korus... originale ,c'era anche il doppione del template di questo mio...ma quello pubblico era scomparso e continua a ripetersi. Ora lo so che se clicco sul tasto refresh tutto torna come prima.. non è questo il punto quanto il fatto che se davvero dovesse succedere? Nel duplicato del template io ho solo il template e non i post con i relativi commenti... quindi perderei tutto. La cosa mi farebbe immensamente dispiacere... Mettermi a recuperare tutto il materiale anche se per fortuna ho diversi altri spazi aperti. Come posso fare per non perdere post e commenti su questo?

Friday, May 18, 2007

Dove mi porta il Vento

 
 

Serica piuma.


Soffice nuvola.


Spumosa onda.


Farfalla variopinta.




Goccia di rugiada.


Foglia dall'oblio


del ramo staccata.


In queste metamorfosi


dell'essere io esisto




Nessuno può fermarmi


Nessuno può afferrarmi


perché io vado là


dove mi trascina il vento


e non conosco sosta.




Non ci sono stazioni


né fermate che mi


consentano di scendere


ma molto apprendo.




Sorvolando radente sulle


cose, le sfioro lasciando


una malinconica carezza,


nel cuore una rassegnata


certezza: tutto passa




e nulla resta. Nulla


resterà di me, di te, di noi,


qui su questa terra, tranne il


vivere nel ricordo di quelli


incontrati ch' abbiamo amato.




IO AMO.


Wednesday, May 16, 2007

Ho toccato il sole



Eccolo il mio corpo,


le vellutate membra


ricoperte di diamanti.


Fasciato in leggeri veli


di pura seta orientale


su cui sfumano pregiati


arabeschi, ricamati con


sottili fili d'oro, si muove


leggiadro e sinuoso tra


le onde dell'oceano.


 



 


La musicalità delle parole,


la dolcezza dei gesti,


l'ebbrezza dei sensi,


colmano il cuore...


stravolgono la mente.


Come un aquilone sfuggito


di mano e or sospinto


dal vento mi lascio


trascinare lassù, in alto,


tra nuvole e stelle.





 


Oltre la ionosfera,


nottiluscente nube,


in quella dimensione


dove si incontrano


le anime, io incontro te.





Stringendomi forte


 mi porti ancor più sù...


Lassù dove l' abbagliante


luce non si riflette nelle


gocce d'acqua producendo


arcobaleni. Lassù dove


l' occhio umano non giunge.


Lassù posso finalmente dire


che: Ho toccato il sole...


Si... io l'ho toccato!



Questa poesia ha una musa ispiratrice... o forse sarebbe più giusto dire un.. "Muso"... ispiratore. Un mio carissimo amico, molto conosciuto e apprezzato sul web per la sua genialità creativa. Io con affetto lo definisco il "genio maudit della grafica". L'amico Shon/Krypetx che in un momento di "follia" come solo i grandi geni hanno ha eliminato tutti i suoi file da tutti i siti dove postava, tra cui quelli di Deviantart ... Fotolog e Flickr... Grazie Shon!

Ultimo monologo di un diverso

Guardarsi allo specchio e provare quella sensazione strana di trovarti davanti ad uno sconosciuto.


Che schifo quel corpo asciutto e piatto. E quel coso lì che penzola deturpando ancor più l'aspetto. Io non sono quello! No... lo vedo con gli occhi miei interiori.


Gli attributi non sono al posto giusto. Qui c'è stato un errore nella lavorazione. Qualcuno distratto nella catena di montaggio ha messo fuori quel che andava  custodito gelosamente all'interno. Dovevano essere ovaie e invece mi ritrovo con dei testicoli e quello che  doveva essere il mio utero è diventato un inutile appendice. Dove sono le mie labbra? Dove le mammelle che pur sento di avere?


Nessuno dei suoi cari si è accorto di nulla anche se la postura... il modo di camminare... quello di gesticolare non sono tipici di una identità maschile. Le lezioni di danza classica, iniziate da bambino, hanno giustificato agli occhi dei suoi cari il suo portamento. E' stata la mamma a insistere per fargli fare danza e lui da bravo e tenero figlio aveva ubbidito senza porre obiezione alcuna.


La mamma... profumo di fiori freschi. Usa sempre profumi dolci che sanno di buono.


Quante volte scherzando con lei se li spruzzava addosso e poi a scuola i compagni lo sfottevano "femminuccia" lo chiamavano e lui per difendersi diceva: "E' il profumo della mamma, lei mi abbraccia e mi rimane addosso". Non capiva ancora cosa stesse succedendo ma vedeva i sorrisetti di scherno e le gomitate che i compagni non sempre si davano di nascosto.


Quando si è piccoli ci si sofferma poco su questi particolari. Ci sono tante altre cose a cui pensare. Ad esempio cercare di inventarsi una scusa per giocare con le bambole della sorellina al posto di quelle orrende pistole che gli propinavano ad ogni festa o ricorrenza. Ma bisognava farlo di nascosto di papà. Quando lui non era in casa. Lui, uomo tutto d'un pezzo, orgoglioso della sua virilità. Quante volte l'ha sentito vantarsi delle sue giovanili imprese amorose! Mentre la mamma nasconde il suo imbarazzo dietro impacciati sorrisi...


Chissà che pensa di tutta sta faccenda. Povera mamma, se solo sapesse! Come vorrei poggiare la mia testa sopra il suo petto e raccontare a lei il mio tormento! Sono sicuro che lei comprenderebbe se... se non avesse paura di mio padre. Lui così fiero di avere un figlio maschio che gli garantirà la discendenza.Come prenderebbe la notizia di aver un figlio maschio a... metà?


NO... non lo saprà. O, almeno, non sarò io a dire a lui questa verità.


Ancor ieri a scuola li ho visti i sorrisetti dei compagni e delle compagne. Ho udito i loro commenti, le loro salaci battute al mio indirizzo lanciate. Non so tra le due parti chi mi ferisce maggiormente. E devo andare avanti.


Lo so che dovrei andare avanti ma non ce la faccio a sostenere questa situazione. Troppo il peso di questa mia esistenza. Di questo contenente che non riflette il contenuto.


Dicono che non sono normale e che dovrei vergognarmi di essere così.


Io sono gay ma non lo posso dire. Non alla società "civile". A quella società che va ogni domenica a messa e che si confessa salvo poi a compiere atti ignominiosi fuori. C'è chi va a messa e fuori mente e ruba. Chi si batte il petto in un ipocrita mea culpa e poi di nascosto abusa dei bambini. Chi addita col dito il diverso salvo poi  usarlo per i suoi immondi desideri clandestini. Eppure si professano credenti e praticanti! Ma praticanti di cosa? Non c'è coerenza nel loro comportamento ma nessuno li addita a dito. Mentre io che amo il sole e le stelle. Che mi incanto alla vista dei fiori e del mare. Che mi commuovo davanti a un tramonto e piango ascoltando una canzone... Io no... io debbo reprimere la mia vera natura, nascondermi come un ladro o un malfattore perché io non ho nemmeno il diritto d' esistere ...


La bara bianca, coperta di fiori, troneggia al centro del cimitero [non si celebra in chiesa il funerale di un suicida] colmo di persone. Ci stanno tutti: il padre che d'improvviso ha perso la sua spavalderia, i compagni che si guardano increduli, sul volto una domanda che non avrà risposta. I curiosi, la gente come lui e quella bigotta.


Il prete pronuncia la sua omelia cercando di spiegare ai presenti l'importanza della vita e la vigliaccheria di chi decide di morire.


Sono tutti lì ad ascoltare ma c'è tra loro qualcuno che per una volta almeno avrà il coraggio di dire che lui è morto per colpa di questa cosiddetta società "civile"?


Un ultimo saluto, una lieve e invisibile carezza sulla guancia della madre che silente e sola, chiusa nel suo dolore, fissa la bara bianca.


"Arrivederci, mamma!".


 


P.S.// Per  Matteo morto suicida a 16 anni perché non sopportava più di essere chiamato "gay" vola questo mio piccolo aquilone...(Forse Matteo non era gay... ma non è la sua storia che ho voluto raccontare, quanto la necessità, mia personale di capire cosa si provi nello scoprire di essere "diverso"...)

Ultimo monologo di un diverso

Guardarsi alo specchio e provare quella sensazione strana di trovarti davanti ad uno sconosciuto.

Che schifo quel corpo asciutto e piatto. E quel coso lì che penzola deturpando ancor più l'aspetto. Io non sono quello! No... lo vedo con gli occhi miei interiori.

Gli attributi non sono al posto giusto. Qui c'è stato un errore nella lavorazione. Qualcuno distratto nella catena di montaggio ha messo fuori quel che andava custodito gelosamente all'interno. Dovevano essere ovaie e invece mi ritrovo con dei testicoli e quello che doveva essere il mio utero è diventato un inutile appendice. Dove sono le mie labbra? Dove le mammelle che pur sento di avere?

Nessuno dei suoi cari si è accorto di nulla anche se la postura... il modo di camminare... quello di gesticolare non sono tipici di una identità maschile. Le lezioni di danza classica, iniziate da bambino, hanno giustificato agli occhi dei suoi cari il suo portamento. E' stata la mamma a insistere per fargli fare danza e lui da bravo e tenero figlio aveva ubbidito senza porre obiezione alcuna.

La mamma... profumo di fiori freschi. Usa sempre profumi dolci che sanno di buono.

Quante volte scherzando con lei se li spruzzava addosso e poi a scuola i compagni lo sfottevano "femminuccia" lo chiamavano e lui per difendersi diceva: "E' il profumo della mamma, lei mi abbraccia e mi rimane addosso". Non capiva ancora cosa stesse succedendo ma vedeva i sorrisetti di scherno e le gomitate che i compagni no sempre si davano di nascosto.

Quando si è piccoli ci si sofferma poco su questi particolari. Ci sono tante altre cose a cui pensare. Ad esempio cercare di inventarsi una scusa per giocare con le bambole della sorellina al posto di quelle orrende pistole che gli propinavano ad ogni festa o ricorrenza. ma bisognava farlo di nascosto di papà. quando lui non era in casa. Lui, uomo tutto d'un pezzo, orgoglioso della sua virilità. Quante volte l'ha sentito vantarsi delle sue giovanili imprese amorose! Mentre la mamma nasconde il suo imbarazzo dietro impacciati sorrisi...

Chissà che pensa di tutta sta faccenda. Povera mamma, se solo sapesse! Come vorrei poggiare la mia testa sopra il suo petto e raccontare a lei il mio tormento! Sono sicuro che lei comprenderebbe se... se non avesse paura di mio padre. Lui così fiero di avere un figlio maschio che gli garantirà la discendenza.Come prenderebbe la notizia di aver un figlio maschio a..metà?

NO... non lo saprà. O, almeno, non sarò io a dire a lui questa verità.

Ancor ieri a scuola li ho visti i sorrisetti dei compagni e delle compagne. Ho udito i loro commenti, le loro salaci battute al mio indirizzo lanciate. Non so tra le due parti chi mi ferisce maggiormente. E devo andare avanti.

Lo so che dovrei andare avanti ma non ce la faccio a sostenere questa situazione. Troppo il peso di questa mia esistenza. Dio questo contenente che non riflette il contenuto.

Dicono che non sono normale e che dovrei vergognarmi di essere così.

Io sono gay ma non lo posso dire. Non alla società "civile". A quella società che va ogni domenica a messa e che si confessa salvo poi a compiere atti ignominiosi fuori. C'è chi va a messa e fuori mente e ruba. Chi si batte il petto in un ipocrita mea culpa e poi di nascosto abusa dei bambini. Chi addita col dito il diverso salvo poi as usarlo per i suoi immondi desideri clandestini. Eppure si professano credenti e praticanti! Ma praticanti di cosa? Non c'è coerenza nel loro comportamento ma nessuno li addita a dito. Mentre io che amo il sole e le stelle. Che mi incanto alla vista dei fiori e del mare. Che mi commuovo davanti a un tramonto e piango ascoltando una canzone... Io no... io debbo reprimere la mia vera natura, nascondermi come un ladro o un malfattore perché io non ho nemmeno il diritto ad esistere ...

La bara bianca, coperta di fiori, troneggia al centro del cimitero [non si celebra in chiesa il funerale di un suicida] colmo di persone. Ci stanno tutti: il padre che d'improvviso ha perso la sua spavalderia, i compagni che si guardano increduli, sul volto una domanda che non avrà risposta. I curiosi, la gente come lui e quella bigotta.

Il prete pronuncia la sua omelia cercando di spiegare ai presenti l'importanza della vita e la vigliaccheria di chi decide di morire.

Sono tutti lì ad ascoltare ma c'è tra loro qualcuno che per una volta almeno avrà il coraggio di dire che lui è morto per colpa di questa cosiddetta società "civile"?

Un ultimo saluto, una lieve e invisibile carezza sulla guancia della madre che silente e sola, chiusa nel suo dolore, fissa la bara bianca.

"Arrivederci, mamma!".

P.S.// Per Matteo morto suicida a 16 anni perché non sopportava più di essere chiamato "gay" vola questo mio piccolo aquilone... (Forse Matteo non era gay... ma non è la sua storia che ho voluto raccontare, quanto la necessità, mia personale di capire cosa si provi nello scoprire di essere "£diverso"...)

Monday, May 14, 2007

Ho bisogno dell'Amore



Non dell'aria che respiro

né del fuoco che mi scalda
né dell'acqua che mi disseta
né della terra che mi sorregge.

Non è questo ciò di cui
l'anima mia va in cerca.

Non baci avidi sulle labbra

né carezze languide sul corpo

né orgasmi nel plenilunio
né sensi spossati dalla passione

Piaceri di un istante.

No... Non è questo che
l'anima mia brama.

E' dell'Amore che il
mio spirito ha bisogno.
Di quell'Amore che come
eco espande e dilata il
cuore nell'Universo Infinito.

Magica alchimia che
ascoltare sa l'Anima Mundi
e alfin la sovrasta in una
metamorfosi dell'essere
e verso l'alto ci innalza

portandoci lontano.

Lì dove siedono gli dei,
aspettando che finalmente
l'uomo si desti dall'oblio in
cui lo tiene la vil materia,
e lì che io vorrei abitare.

Sunday, May 13, 2007

Auguri a tutte le mamme


Una serena domenica a tutti...


a chi è solo e a chi sarà in compagnia.


Ha chi ha figli ma soprattutto a chi ancora non conosce


oltre alle gioie anche i "tormenti" di questo stato...


Essere mamma, qualcuno ha detto, vuol dire


lavorare al servizio dei figli. Io so che essere mamma è soprattutto donazione


di te ad un altro e la donazione comporta sempre anche rinuncia. Ma la rinuncia migliore.


Nessun sentimento è così totalitarista come quello dell'affetto materno che in questa "immolazione"


dell'io a favore del tu opera la catarsi del suo


spirito e lo rende migliore...

Mamma: che significato ha...

 


 

 

Torni a casa stanca la sera.


La giornata uggiosa non finisce mai.


Pioggia…vento...sole…


Sono eventi del tutto indifferenti


Su quel viso, su quel cuore,


segnato dal tuo dolore.


Silenzi… silenzio…


Nessun vociare allegro


Nessuno strillo…


Nessun pianto…


Niente nasi da pulire


Nessun volto da baciare


in quella casa fredda e vuota.


***


Le piccole braccia


stringono il cuscino


in quel lettino estraneo


che ne ascolta il pianto.


Labbra di rosso ciliegio


Pronuncian sottovoce


un nome: nessuno risponde.


Inutile cercare.


Vano invocare un nome


che non materializza un


volto vicino… vero…


Nessun bacio con dolcezza


verrà posato sulla fronte.


Nessuna carezza lieve


sfiorerà le guance.


Nessuna parola d’amore


all’orecchio verrà sussurrata.


***


Come il rintocco di una campana


che si perde nella vallata,


quel nome divien pian


piano desueto e cade nell’oblio.


Mamma… che significato ha
la parola: Mamma?


[Quando si cresce lontani dalla propria casa e dagli affetti più cari]

Wednesday, May 09, 2007

Antologia del Concorso di Emozioni

 


Sabato alle ore 11,00 presso la Fiera del libro di Torino verrà presentato al pubblico il volume:


 



 


E' una raccolta di opere di scrittori che pubblicano le loro opere sui Blog e, come dissi un po' di tempo fa anche io ho aderito con questa mia breve composizione:


 


La chiave dei sogni






Ineffabili parole mi emozionano.


Infuocate carezze scaldano il corpo.


Languidi sguardi colorano le guance


Inducendo le ciglia ad abbassarsi.


Voluttuosi gli abbracci


che non riesco ad evitare.


Soavi melodie…


Fragranza di effluvi…


E vibrano le nostre anime


seguendo il medesimo


sinuoso e conturbante ritmo.


La senti? E’ la dolce melodia


del cuore…


Senti come dolcemente sussurra


la parola “Amore”…


Perdendomi nell’estasi


cedo al gioco tuo seducente.


Imprescindibilmente certa:


Son io quella che detiene


la chiave dei tuoi sogni.


[l'immagine è mia... ovviamente... In questo caso essa è nata prima delle parole...]

Sunday, May 06, 2007

Ascoltando le emozioni



è il titolo del mio primo volumetto in cui ho raccolto alcuni momenti di mie intime emozioni. A volte i versi sono stati il modo per esprimere meglio qualche mio lavoro di grafica. Altre volte invece essi sono serviti come canovaccioper le mie immagini. Immagini e parole camminano in parallelo definendosi e completandosi a vicenda.
Lì dove difetta la parola appare il segno grafico e...viceversa.
Per ora l'opuscolo è in vendita solo su: http://www.lulu.com ma molto presto lo si potrà acquistare presso qualunque libreria...

Thursday, May 03, 2007

Ascolterò per te



Guarda quell'uccellino lì sul ramo

... sst... Ascolta... Lo senti l'allegro

cinguettio? Senti lo stormir lieve

delle frondi? Perché mi guardi

e taci senza subire il fascino

della natura che intorno a noi

palpita... vibra... canta... urla?

Spalanchi gli occhioni. Le parole,

che come rapide ti riverso addosso,

tu comprender non puoi.Ti

stordisco di suoni e di rumori.


In un  vortice di vocaboli che rotolano,
scivolano, rimbalzano sulla pesante

coltre che copre il tuo muro del

suono, noi sprofondiamo nel mare
dell'incomunicabilità... Tu non senti!



Non trattengo il pianto. Mi osservi

senza comprendere il recondito

senso di quel limpido e  caldo liquido 

e col ditino fermi quella lacrima che

sulle guance, incontrollata, scende.




A macchia d'olio dilaga e si

propaga il dolore. Ti stringo

a me. Angoscia ed ansia

sollevano al cielo una muta

domanda: Perché non sente?

Qual karma, qual cinico destino,

ha tracciato per lui una tal sorte?

Indi,  fulminea, la decisione arriva.
"Io sarò per te, da oggi in poi,
quello che madre natura ti ha

tolto senza ragione alcuna".