Friday, June 26, 2009

Agorafobia intellettuale

  Ruotano le stagioni
perennemente sospesi
su una chiatta che tenta
una conciliante mediazione
tra l'impulso dell'animale
e la non-coscienza della ragione.

Riempio il tempo con zolle
di mere azioni e non-pensiero.


Saltimbanco tra l'essere
e l'apparire, preda di una frenesia
sottile,  mi allontano dalla massa.
Celando bene  il mio disagio - figlio
di un' agorafobia intellettuale -
non comprendo cosa mi fa più male.

Avara di slanci e di parole
chiudo l'uscio e mi taglio fuori.


Giace,  in camera da letto,
dismesso, il vestito di scena
colorato, mentre, riflesso
nello specchio, vedo sfocato,
il mio dolore mummificato.

Saturday, June 20, 2009

Formiche

Ha valore la vita
di un insignificante formica?
A migliaia invadono il formicaio
Chi riesce a distinguerle una dall'altra?

Così è degli uomini l'esistenza grama.

Rotolano su terreni accidentati
con mani sporche detergono il sudore
dipingendosi così sul volto... la maschera.

Brulicano e si sbracciano per uscir dalla massa

Celano le rughe il racconto della vita
mentre negli occhi, fari senza petrolio,
non traspare più il guizzo dell'anima.

Sotto un tumulo si spegnerà  il  ricordo

E duplicano i loro spermatozoi ed il loro DNA
tentando di sopravvivere alla morte sovrana:
compendio di  paranoiche manie

Tornano polvere e cenere, coi giorni, le parole.

Tutto passa eppure tutto tornerà.
Riprenderà il ciclo dell'esistenza grama
fino a che non verranno spezzate le catene
della bramosa concupiscenza della vita.

Io non tornerò: dissolto in bagno d'acido sarà il mio Io


Friday, June 19, 2009

La lumaca



[Olio su tela 70X50. Chiedo venia ma non sono una brava fotografa...]


Avanza lenta e sinuosa
brecciando brume di ricordi
che credevo cancellati.

Nel minuscolo giardino
tra l'erba fresca di rugiada
eccola  far capolino :
la lumaca.

 
Risuona nella mente
la vecchia cantilena
che tu, che noi, bambini,
recitavamo a squarciagola:

- Bucalaci nesci i corna,
dui pri tia e dui pri to' nonna.
*

Mastico zucchero filato
di forchette di dolore
che mi lasciano in bocca
il gusto salato della caliggine.

Da tempo immemore,
vivo il presente dando le spalle
a quel futuro che avrei voluto.

Funambolo sospeso nel vuoto resta
il pensiero incapace di guardarsi dentro.

*[Una cantilena popolare, credo calabrese, perdonatemi ma la mia infanzia è un mixer vissuto in sospensione sullo stretto di Messina, per cui a un certo punto non distinguo il dialetto reggino dal messinese. La cantilena si riferisce ad un gioco che si faceva da bambini stuzzicando le "antenne" della lumaca che al contatto le ritraeva per poi farle rispuntare lentamente.]


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Saturday, June 13, 2009

Palleggiando con la luna


Mi invento e reinvento ogni giorno


ricalcando la rude superficie 


catramata dell'asfalto.




Getto lo sguardo su gli  smorti


affreschi della noia


e della fallace vanità.




Li travalico, nella lucida


consapevolezza della normale


follia della  quotidianità




Mi ritrovo, a sera,


palleggiando con la luna:


unica compagna


di una speranza che non morirà.


 


 

Monday, June 01, 2009

Filastrocca di fine corso





Un mese fa mi ha chiamato una collega al telefono chiedendomi di scrivere una filastrocca per i suoi alunni di 5. Lì per lì...sui due piedi mi colse di sorpresa... Avevo tempo solo...tre ore! Avevo declinato la richiesta ma sentendomi in colpa (lo so, devo decidere a farmi psicanalizzare...)  alla fine ecco cosa ne è venuto fuori...


***

Girano le giostre nelle scuole
care maestre non vi lasceremo sole
nuovi alunni arriveranno
ed i nostri posti occuperanno.
Sia dai banchi che dal  cuore
noi  ben presto saremo fuori.
Solo una cosa vi chiediamo
non cancellate di noi il ricordo
che seppur poco diligenti
e ancor meno ubbidienti
siamo stati  vostri alunni
per ben cinque lunghi anni
e con voi siamo cresciuti
ed ometti divenuti.
Tutto quello che sappiamo
solo a voi noi lo dobbiamo.
La lettura , la scrittura,
i calcoli e la geometria
e pur l'inglese, sebben
non ci appartiene, noi da voi
l'abbiamo appreso
e nessuno di noi si è arreso.
Davanti ad un compito difficile,
grazie al vostro incoraggiamento,
abbiam raggiunto gli obiettivi.
Ma l'obiettivo nostro più grande
è raggiunto in questo istante
in cui gridiamo a squarciagola:
Grazie di cuore e addio scuola!

Siccome poi non c'è due senza tre ecco cosa mi scrive:
 

che ne dici se ti scervelli anche per il direttore e poi ancora una da noi maestre , non necessariamente con la rima

 

merci...


Non mi è rimasto altro che accontentarla...

Al Dirigente Scolastico

Un pensiero particolare
al nostro DS vogliamo dare
Non la cosa di un minuto,
giusto il tempo di un saluto,
ma un momento un po' speciale
per una persona eccezionale.

A lui vanno i nostri elogi
e la nostra gratitudine
per la sua partecipazione
e la sua buona gestione.

Nel prendere da lei congedo
le porgiamo l'augurio nostro sincero
di un cammino ancor più fecondo
di idee ed innovazioni
per una scuola sempre migliore.

Che sia amato e benvoluto
dagli alunni e dai docenti
 che vada avanti  risoluto
e questa dedica non la scordi.


Commiato

E' fatta.
per noi docenti
son passati in fretta
questi cinque anni!

Tra repentini temporali
e ampi spazi di sereno
vi abbiamo visti crescere
con tanta allegria e qualche affanno

Corre il vostro pensiero
sognando il futuro che è già qua.
Per rendervelo migliore
vi abbiamo dedicato il nostro tempo,
profuso in questo la nostra passione

Vi abbiamo insegnato a credere
nella giustizia e nell'uguaglianza,
nell'amore e nella fratellanza.
Vi abbiamo trasmesso la gioia
a  liberamente dare
e liberamente  avere,
Abbiamo sostenuto i vostri
diritti ad essere bambini
e buoni cittadini del Mondo

che adesso spalanca le braccia
e apre le porte al vostro domani
facendovi trovare pronte
altre braccia, altre strade, altri battimani.
Si accende fioca nel cuore
la dolce speranza di non essere da voi
dimenticati.

[Ora credo che posso andare anche a... nascondermi]