Wednesday, March 28, 2007

Ivi

Non so, o meglio non ricordo, se spensi le cinque candeline il 13 di novembre, ma negli occhi ho ancora nitida l'immagine del 26 di quello stesso mese...

E' l'immagine del corpo senza vita di mio padre mentre tentano di strapparmi a lui per adagiarlo dentro la bara...

Come si fa a spiegare a una bimba di 5 anni che la morte è il destino ineluttabile di ciascuno di noi? Non si può, non ci sono parole.Quel giorno qualcosa morì con lui, parte di me lo seguì dentro quella bara. Piansi... gridai... mi disperai per poi cadere dentro il vortice dell'apatia e crearmi un mondo, una piccola isola dove io vivevo nell'attesa del suo ritorno... continuando a piangere...così ... fino a che un giorno, in terza elementare, la maestra Rosa, una donna minuta e di grande sensibilità, nubile e quindi senza figli, non ci fece leggere un racconto...

Parlava di una donna che aveva perso il figlio e che si disperava giorno e notte .

Ed una notte il figlio le apparve in sogno.

Indossava una lunga veste bianca ed era...pregna d'acqua. La madre nel vederlo in quello stato si allarmò e voleva cambiargli la tunica per timore che prendesse freddo e si ammalasse. Lui le rispose dicendole che si... nella piccola bara bianca aveva freddo ma che la sua tunica non si sarebbe mai asciugata fino a che lei avesse continuato a piangere per la sua morte. Da quel giorno la donna smise di piangere...

E da quel giorno anche io, se pur con fatica iniziai a tornare a vivere, a giocare... e quel racconto è rimasto dentro me.

Perché ne parlo adesso? Perché lo racconto? In realtà è qualcosa di cui parlo poco... molto poco perché è così che io reagisco al dolore. Quando la sofferenza è troppo grande, smisurata, che travalica la nostra stessa esistenza, io non riesco a parlarne... lei se ne sta lì...buona... buona... rode... e rode... silenziosa come un tarlo fino a che qualcosa... qualcuno non la risveglia dal suo languore... Così come è successo giorni or sono in occasione della morte di una donna che io non ho conosciuto invero se non attraverso le parole di persone che facevano parte di un gruppo di grafica a cui entrambe aderivamo...lei da molto tempo, io solo da qualche mese. Ivana, questo era il suo nome. La sto conoscendo attraverso le parole ed il dolore delle sue compagne grafiche che le hanno dedicato delle stat pubblicate sul sito di una sua cara amica : http://www.mardukkina.it/IVI/Ivi.asp 

Anch'io ne ho fatta una che spero possa servire a tutti i suoi cari e a chi sta soffrendo per la sua dipartita.

Ed or una piccola riflessione. Consentitemelo.

Tempo fa, parecchio tempo fa. .. agli inizi dei miei passi in questo mare internettiano, qualcuno mi disse che qui su Internet non ci sono persone o sentimenti, ma solo bit...  La cosa mi lasciò perplessa. Non mi sono mai sentita un bit qua dentro. Io sono io...sia dentro che fuori questa macchina. Ditemi, quando guidate l'automobile pensate che voi siate nessuno e affidate il controllo della strada al volante? Io penso di no. E così è il pc... Una macchina che ha sostituito il vecchio servizio postale e le vecchie macchine da scrivere. E non ditemi che quando una volta si spedivano le lettere o si batteva a macchina una missiva non c'era la vostra anima a parlare... Ricordo ancora con dolce nostalgia una cara "amica di penna" dei tempi della giovinezza. Si chiamava Manuela ed abitava al nord, in un paese al confine con la Svizzera... Persi i contatti con lei, come ogni cosa nella vita, così... senza un perché. Succede quando si è giovani e c'è un mondo fuori che aspetta di essere esplorato... Ecco, così come crebbe quella amicizia, crescono e si consolidano sul web legami...affetti... che divengono maggiori perché nessuno ti impone il loro legame. Come avviene in molti GdR ad esempio, so che sono nati anche molti matrimoni dentro quelle chat virtuali... Si sono saldati legami e si sono anche creati le più feroci rivalità e consumati inganni...

Alla luce di tutto questo e leggendo le numerose manifestazioni di affetto per IVI...c'è ancora qualcuno che ha la spudoratezza di dire che siamo solo dei BIT qua dentro?

4 comments:

anonimo said...

E' tanto tanto bello quello che scrivi...mi commuove. Non siamo BIT...la pagina per Ivi l'ha insegnato anche a me..Grazie per le tue parole. Ti abbraccio...tanto a te e al tuo papino.

sulfureo said...

Solo chi ha provato dolori acuti e profondi porta con sè una sensibilità peculiare riservata e accesa tanto da percepire il vibrare umano, l'essenzialità degli affetti il valore intrinseco della vita.
La delicatezza del tuo scritto dà senso e limiti del vivere e nessun progresso tecnologico potrà mai scalfire la sensibilità della ragione umana.
Ciao

anonimo said...

quanta verita hai scritto cara angela
grazie
un forte abbraccio rosaria (gruppo bri)

hariseldom said...

insiemi dentro altri insiemi, reali ed irreali. Siamo tante cose e nella vita incontriamo tante persone e tanti amici e con il web questo meccanismo si dilata aumenta si precipita dal cielo come pioggia. In una goccia ci sei tu, una goccia che non arriva sulla terra ma sul viso sorridente di un bambino