Sotto la bianca stele
solo un vocio sottile:
Di pianto di-vento infantile.
Baluginio d'un lume
tra quelle antiche ciglia
col profumo di fiori nuovi...

Sotto la bianca stele
solo un vocio sottile:
Di pianto di-vento infantile.
Baluginio d'un lume
tra quelle antiche ciglia
col profumo di fiori nuovi...

Oggi
come ieri
e ancor ieri l'altro
m'assale viva la brama
d'indagare,
frugare,
scavare,
comprendere
i tuoi ingranaggi cerebrali.
Rompere alfin quel muro
ove s'arresta il suono.
Lo sguardo,
sul tuo bel viso,
fermo se ne sta.
Attende un battito
di ciglia...
Un pulsar
di vena...
Che, dalle carnose labbra,
un fremito esca.
Tu, dritto e fiero,
nel tuo silenzio arroccato
infliggi al mio cuore
l'ennesimo
scacco matto.

Come la rondine che va
in cerca di cieli limpidi,
di mari caldi, di prati verdi,
poi, al cambio di stagione, torna,
così è l'amicizia vera:
Oltre ogni legame
Senza alcuna barriera.
S'allontana l'amico,
ma non è un addio,
bensì un arrivederci
alla prossima fermata
Si sale
si scende
ci si perde
ci si ritrova
Tu,
sei solo un clown:
chiuso il tendone
ri-pulisci il menzognero viso...

Ciao Gigi...
alias: temporalestivo...
ovvero: Luigi Marra
poeta e disegnatore
arguto e sensibile...

C'era un tempo in cui
imbrattavo i muri del cielo
dipingendo cuori.
C'era un tempo in cui,
cavalcando nuvole,
urlavo al vento
parole d'amore.
C'era un tempo in cui
alimentavo il fuoco
col sangue della passione.
C'era un tempo...
Adesso ti dico:
Vai e, per favore,
chiudi piano la porta.

Due rette parallele
percorrono lo spazio
estraniandosi nel vivere
una fasulla indifferenza
Non c'è vuoto nello spazio
In questo spazio che ci separa
In questo spazio che ci allontana
In questo spazio che si annulla
nelle stanze del pensiero.
Questo spazio,
che mi appartiene,
è colmo di te.

In un tempo supplementare
sfoglio pagine di gioventù non mia
Illusioni di vita...
Parabola sospesa in stallo
mi nutro d'amor rubato al giorno
Respirando in apnea...
Intingo le dita
in pozzi sterili per placare Sete
assaporo l'acque salmastre...
A piedi scalzi ri-percorro strade
che mi conducono in nessun luogo
Altrove conduco i miei sogni.
Dissemino parole al vento
masticando fiele
e partorisco Dolore.

Nel pallore della luna,
sul fare della sera,
non cercare o poeta
gli occhi innamorati
degli amanti.
Essi risplendono nel riverbero
dell’onde quando, a sera,
si accendono le stelle
che palpitano all’unisono
con il di loro cuore.
Brillano come gemme
preda della passione.
Emanano bagliori
d’infinito presente
nell’immensità del tempo.
Sul letto disfatto
languisce sfinita
La passione

E strapparmi di dosso
questi abiti stretti
E riaprire le ali possenti
paralizzate dalla ragione
E tornare a rinascere
sconfiggendo la morte
E gridare l'insania
di un bugiardo pensiero
E far vivere l'Io
beffando il mondo
In dosso neppure un velo

Percuote l'uscio il Tempo.
Spingendo con forza i battenti
m'inonda e sommerge l'anima
di isteriche risa, di lamenti.
Attori improvvisati,
consumati interpreti,
mi inchiodano, ammutolita,
al centro del proscenio.
Tra gli applausi di un pubblico
che si professa competente
fisso lo sguardo, smarrita,
fermandolo su volti indifferenti.
"Chiudete il sipario:
Io non so recitare!".
Ti fai carne e sangue
per nutrir la brama
delle affamate zolle
che sazi richiudono le braccia
nell'umido avanzare della sera
E sei miasma
e nuvola
che il vento
sospinge
E' incognito e misterioso
il silenzio che m'avvolge stanotte
quando, qual giovane amante,
il confortevole letto mi accoglie.
ed affiorano voci lontane
entro conchiglie d'acquasantiera
Fagogitando le emozioni sopite
nel flusso d'ingannevoli sogni
si arrestano le ore, stupite,
Tintinnano afone gocce
su tetti di vetro e di latta
Si scuote l'assonnata ragione,
stordita dalle ciarlatane parole
che sciolgono le bende pietose.
Risuona su un tamburo battente
sempre l'identica nota
Prorompe con rabbia il dolore
Dolore che sa di latte e d'antico
cristallizzato come un embrione
refrattario a qualunque anestetico