Friday, March 12, 2010

Nel paese degli specchi

Chi di voi conosce quella sensazione, fuori dai sensi, di svegliarsi una mattina e ritrovarsi a guardare il proprio corpo in due punti diversi e simmetrici contemporaneamente?
E' quello che è successo alla protagonista della storia che mi accingo a raccontare. Ma, procediamo con ordine, giusto per rendere più facile spiegare tutto quello che avvenne dopo.
Non era grande Elisa. Nemmeno piccola. Nel mondo in cui viveva il tempo era cronometrato al secondo e non c'erano problemi che qualcuno si sbagliasse nell'annotarne l'avanzare. L'unica cosa certa era la discrepanza tra ciò che vedeva nello specchio e quello che sentiva dentro. Cosa del tutto irrilevante del resto, che allo Stato non gli interessava per niente e continuava imperterrito a segnarne l'ascesa o, forse è più giusto dire, la discesa, e così la sua vita era regolata solo da due norme: Dovere e Potere. Ambedue dettate dallo Stato che vegliava, padre vigile e normativo, sulla sua persona, e lei, da brava cittadina, non si sognava minimamente di trasgredirle. Così viveva,arrabbattandosi alla meno peggio, per racimolare il necessario alla sua sopravvivenza. In uno Stato di quel genere era l'unica cosa che si poteva fare. Tutto era perfettamente pulito ed ordinato. C'era  una cura maniacale per l'ordine e la pulizia e lei si ripeteva ogni giorno che si, in fondo, non c'era un posto migliore di quello dove poter abitare. I pomodori maturavano solo in estate mentre in inverno si viveva con le scorte, perfettamente sterilizzate ed a lunga conservazione (Questo della lunga conservazione era, ad esempio, un'ottima cosa. In caso di disastri o di guerre, fomentate dai paesi vicini, la popolazione aveva sempre di che nutrirsi e comunque voleva dire vivere in sintonia con la natura nel pieno rispetto del suo ritmo stagionale). I bambini avevano spazi verdi in cui giocare e non c'era pericolo che venissero molestati da sconosciuti né tanto meno da amici e parenti. Le scuole funzionavano come un meccanismo ad orologeria e garantivano a tutti la medesima formazione educativo-culturale. Le donne venivano trattate con rispetto, tutti si attenevano al dettato legislativo il quale affermava che:
"Le donne non si colpiscono nemmeno con un fiore".
Sapevano che la donna racchiudeva nel grembo il segreto della Grande Madre ed era  figlia della Luna, per questo motivo era tenuta in grande considerazione.
A questo punto sono sicura che il mio lettore starà commentando che questo mondo era davvero una pacchia. Lo era... o forse no... Questo è il quid... Questo è il pensiero che aveva avuto la protagonista fino alla sera prima di quel fatidico giorno di cui dicevo prima.
... to be continued

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