Rincorrevo i sogni
incurante di ciò che
mi accadeva attorno.
Cattedrali, di nobile opale,
costruiti da franchi muratori
innalzavano al cielo le loro
arcate invetriate catturandomi,
fochi fatui, con l'abbagliante
splendore del loro freddo colore.
Sguardo diritto e fiero non
percepivo l'irto sentiero su cui
conducevo gli scalzi, spediti, passi.
Ora, destandomi dal sonno,
mi avvedo delle mie ferite
sanguinanti, sento il dolore
di quel fanciullesco baratro
che nessuno ha colmato.
La Vita esige per sé
l'annichilimento di te.
1 comment:
una chiusa triste per una poesia sofferta e sentita...ma estremamente bella!
Un abbraccio
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